“La gemma mancante"
Erano lì, sopra quel masso, a guardare il
sole che tramontava troppo velocemente.
Era successo tutto in quel giorno: erano
stati promossi con ottimi voti alla scuola di alchimia
e magia di Snewhitch, ma qualcosa tra i professori non andava;
pochi minuti dopo tutto il consiglio dei grandi maghi di Snewhitch si era
radunato nella grande piazza e dopo una lunga riunione aveva comunicato ai
cittadini che nel picco di Sevil stava accadendo qualcosa di losco e che
qualcuno doveva partire; furono scelti così Sasha, Enrik, Giordik,
soprannominato Gio, e Giusy. Avevano ancora gli occhi rossi per aver pianto
tutto il pomeriggio: non volevano lasciare Snewhitch, ma ormai non si poteva
tornare indietro e adesso il sole era tramontato, l’indomani mattina, all’alba,
sarebbero partiti.
“Svegliatevi!” urlò il
professor Plum, entrando nella casa in cui si erano riuniti i quattro ragazzi.
Sasha guardò l’orologio: erano le tre di notte.
“ Non è un po’ presto?.....”
brontolò Gio.
“ No, sbrigatevi, i vostri cavalli sono già
pronti, sapete cosa fare; ora vado e buona fortuna!”. Infatti
erano già pronti e già abbastanza svegli per cavalcare. Fuori li aspettavano quattro
cavalli bianchi, bellissimi; saltarono in groppa al loro destriero e partirono .
“Fa
freddo!” urlò Giusy, ma ciò che sentirono i suoi amici
fu soltanto “a ddo”, poiché Giusy aveva parlato con la sciarpa davanti alla
bocca. Si fermarono.
“ Fa freddo” ripeté.
“Tieni, prendi il mio gilet” le offrì
Enrik.
Giusy lo prese velocemente, diventando
rossa in faccia. Enrik era infatti un bel ragazzo e
Giusy ne era innamorata. Ripartirono; la strada era lunga e ci avrebbero
impiegato due giorni per arrivare al picco. Sasha aveva portato con sé il suo
arco e frecce, Enrik la sua spada; Gio il pugnale e Giusy, beh, lei si difendeva con la lotta corpo a corpo. Sasha alzò la testa
dalla strada: il sole splendeva nel cielo e a lei cominciava a venir fame. “ Fermi
!” ordinò “qualcuno di voi ha fame?”. Tutti alzarono
la mano. Si fermarono all’ombra dell’unico albero che si trovava nella prateria . Un profumo di lavanda li avvolse: era un campo di lavande
viola- azzurro, bellissimo. Mangiarono in silenzio. “Voi a che state pensando?” chiese Gio perplesso.
“ A Snewhitch” risposero in coro le due
ragazze. Enrik non rispose; si era alzato in piedi e guardava
il cielo limpido, senza una nuvola; il sole sembrava in bilico sulla punta del
picco di Sevil e, proprio osservandolo, si accorse di un piccolo particolare.
“
Guardate , le nuvole si stanno addensando vicino al
picco, nuvole nere……” disse pensieroso.
“Mi fa paura quel picco” disse Giusy,
facendo comparire con uno schiocco di dita una torta alla
panna.
“ Posso averne un pezzo?”chiese Sasha. Con
la bocca piena scrutarono il paesaggio per trovare Enrik.
“Dov’è?” urlò disperata alzandosi di scatto.
Si sentì un lamento provenire da cinque
metri più avanti. Gio, Sasha e Giusy rincorsero quel
lamento e con un salto Giusy afferrò Enrik.
“Cos’è successo?”gridò
Sasha “ Sono stato rapito da un folletto delle nebbie; parlava di una certa
strega di Sevil; credo che sia per colpa sua che stimo andando verso il picco;
dobbiamo sbrigarci!” e così dicendo, Enrik si diresse verso i cavalli, seguito
dai tre ragazzi perplessi per la sua reazione. Continuarono a cavalcare e
cavalcare, finché sopraggiunse la notte.
“ Rifugiamoci sotto quel albero;dormiremo
qui stanotte.” Decise Sasha senza che nessuno obbiettasse.
Ogni ragazzo decise di farsi comparire una coperta, ma la magia non funzionava.
Riprovarono invano.
“E ora, che si
fa?” chiese Gio.
“Non si…” fu la risposta di Enrik. In quel momento uno scoiattolo scivolò dal ramo in
cui si era arrampicato e cadde in mano a
Gio, felice per aver salvato una vita. Lo scoiattolo si spostò un pochino e
dopo tre giravolte si trasformò in una bellissima
fata.
“Grazie per avermi salvato; voi siete dei
bravi ragazzi e per questo voglio aiutarvi”. Detto ciò la fata fece comparire
due spade e un arco con le frecce.
“Tenete, queste sono delle armi magiche che
possono sconfiggere il male. Ella strega che sta
creando una pozione per impossessarsi
delle altre due gemma delle rose che sono custodite a Snewhitch; l’anno scorso si è
impadronita della prima gemma, come voi
ben sapete. Ora devo andare, buona fortuna!” “Aspetta urlò Giusy. “Io non ho
ricevuto niente!”
“Scusa cara”, rispose la fata “ a te darò
l’unicorno alato; sconfigge qualunque segno del male” e scomparve.
“Wow, ecco la soluzione” mormorò Gio. “Non
abbiamo i poteri, ma abbiamo le armi; buona notte, ora”
“Notte” rispose Giusy, addormentandosi tra
le ali del suo unicorno.
Si svegliarono presto; saltarono a cavallo
( Giusy sul suo unicorno) e partirono. Cavalcarono tutta la mattina e a mezzo
giorno arrivarono davanti al picco, dentro il quale abitava la strega. Dopo
aver mangiato la mela fatta comparire dall’unicorno Gio, Sasha ed Enrik scesero
da cavallo; Giusy invece volle rimanere sul suo unicorno. Aprirono la porta
cigolante ed entrarono
“Dove andiamo, su
o a destra?” chiese Gio. “Su!” rispose Giusy volando sul suo unicorno e decise
di far salire con lei anche Sasha. I due ragazzi dopo aver girato il castello, trovarono la
sala del trono sul quale era seduta la strega che li
guardava con aria crudele.
“Morirai strega!” urlò Gio.
“ Zitto moscerino!” rispose lei, scaraventandolo con il suo scettro
dall’altra parte della sala.
Sasha riuscì, proprio in quel momento, a
tirare una freccia verso la strega, colpendola alla mano; lo scettro volò
via e Giusy lo prese. Si stava intanto
alzando una nebbia nera; l’unicorno cominciò a battere le ali e il fumo
scomparve. Un’ altra freccia colpì la
strega in un occhio. Enrik si preparò e
la trafisse subito dopo con la spada, facendola cadere a terra morta. Fu allora
che dalla tasca del mantello uscì la gemma della rosa rubata
l’anno prima. Gio, rialzatosi, la prese e una luce rosea li avvolse
trasportandoli di nuovo a Snewhitch. Tutti li applaudirono.
Sasha si fidanzò con
Enrik e Giusy con Gio, dopo che lui, per sbaglio, le aveva sfiorato i
lunghi capelli castani. I quattro
ragazzi rimasero sempre insieme e non dimenticarono mai quella
avventura.
Novello Giulia