La sfera magica

Era un ambiente cupo e tetro abbandonato nel mezzo della foresta, disabitato da anni, loro tre si trovavano lì con la sola missione di recuperare la sfera che racchiudeva i segreti della magia e dell’ alchimia.

Non sapevano nulla su quella che si pensava fosse la casa del vecchio Smith, morto dieci anni prima per cause sconosciute.

Chissà, forse il suo spirito vagava per la casa,

ma no nera questo l’ obbiettivo:

i loro pensieri erano occupati dalla magica sfera.

Come recuperarla non lo sapevano ancora, ma almeno avevano trovato il luogo in cui era custodita.

I tre erano apprendisti maghi all’ accademia di Rockshal; la frequentavano ormai da tredici anni ed erano ormai pronti per quella difficile missione.

Erano stati incaricati da Algor, un vecchio mago con una barba bianca lasciata sul lungo vestito verde; egli aveva la bocca quasi coperta da baffi bianchi e occhi affossati; era insegnante di alchimia e riteneva i tre ragazzi in grado di comprendere i misteri della sfera.

Aveva dato loro informazioni sulla casa del vecchio Smith, ma non sapevano  nulla sul perché fosse lì.

Loro, Conner, Kira e Etan, volevano saper tutto; allora Algor decise di raccontare la storia della sfera:

“ Smith all’ età di sedici anni, era riuscito a passare gli esami e a diventare apprendista mago e alla prima sua lezione di alchimia, rimase fortemente colpito dalla bellezza della sfera  tanto da volersene impossessare. Con gli anni divenne fortissimo e riuscì impadronirsi  della sfera che nascose in casa sua. Prima della sua morte evocò un mostro che avrebbe dovuto proteggere la sfera da chiunque avesse voluto entrarne in possesso”.

Algor si interruppe per un attimo e poi riprese: ”ora voi avete il compito di recuperarla”.

I tre ragazzi, però, avevano dimenticato una cosa: come avrebbero potuto sconfiggere il mostro? Con la magia soltanto non avrebbero avuto di certo molte possibilità.

 

Algor uscì per un attimo dalla stanza e tornò poco dopo con alcuni oggetti in mano che consegnò loro. Kira ricevette un mantello, che l’ avrebbe resa  invisibile;Conner ricevette un amuleto con cui avrebbe potuto evocare Zarco, una creatura proveniente dal mondo magico che avrebbe lottato contro il mostro permettendo ai ragazzi di prendere la sfera e fuggire; Etan, invece, ricevette una spada forgiata col fiato di un drago, capace di uccidere qualsiasi creatura magica.

Ora erano pronti a partire: avevano tutto quello di cui avrebbero avuto bisogno.

Il tragitto per arrivare al centro del bosco era molto lungo, gli alberi erano alti, spogli e di un nero scurissimo, che rendeva il luogo ancora più tetro.

Non potevano farsi prendere dal panico, perché il peggio doveva ancora venire.

Erano giunti davanti alla casa: Etan si fece coraggio ed entrò per primo, si guardò in torno e diede il via libera agli amici.

Non sapevano dove era nascosta la sfera, per cui decisero di dividersi e di cercarla ovunque; Kira salì al piano di sopra e la vide dentro una stanza: brillava di luce propria, era bellissima: al suo interno conteneva tantissimi colori che si fondevano assieme per poi sfumarsi.

Kira era impaziente di mostrarla ai compagni, perciò la prese; pensò, poi, al mostro di cui aveva parlato Algor e improvvisamente comparve un troll gigantesco, che appena la vide con la sfera in mano l’ attacco, gettandola a terra senza pietà.

Kira voleva prendere il mantello che l’ avrebbe resa invisibile, ma non ci riusciva.

Chiamò disperatamente aiuto e i suoi amici corsero ad aiutarla.

Etan sguainò la possente spada e deciso la conficcò nella sudicia schiena del troll, Kira, una volta libera, prese la sfera e corse con i compagni fuori dalla casa per arrivare il prima possibile da Algor.

Arrivati all’ accademia, con il respiro affannato per la corsa, cercarono il mago che spiegò loro come accedere al potere della sfera: avevano bisogno dello scettro rosso con la pietra nera.

I tre ragazzi presero le bacchette e dopo tre tentativi riuscirono a creare lo scettro, che misero subito accanto alla sfera che improvvisamente si aprì sprigionando il suo grande potere che rese i tre piccoli apprendisti maghi dei veri e propri maghi con immenso potere.

Algor era molto orgoglioso di loro, ma li mise all’ erta perché un nuovo pericolo si stava avvicinando. . . 

Rigoni Sara