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La storia si svolge in un tranquillo e piuttosto misterioso paesino d'Italia negli anni '30.Era un'epoca in cui le case avevano ancora grandi giardini, i bambini giocavano per le strade e l'immaginazione riempiva l'assenza della tecnologia.In questo contesto sottilmente nostalgico o onirico,Ginetta prende vita.È una ragazza sveglia e osservatrice che si trasferisce con la sua famiglia in una nuova casa proprio accanto a una vecchia, solitaria e decadente villa.
Quella costruzione trasandata e cupa, con le finestre sempre chiuse e il giardino selvaggio che la circonda, è per Ginetta fonte di grande curiosità. La casa è avvolta da un mistero poiché i rovi e gli alberi sembrano voler celare i suoi segreti. Più interessante e inquietante è certamente la diceria: girando in quartiere si racconta infatti che il villino sia infestato da un fantasma.
La leggenda narra anche del perché dello spirito tanto sospettato: pare apparire soltanto di notte come una figura nascosta che osserva dalla finestra o gira nei suoi interni incessantemente producendo suoni strani o scricchiolii. Naturalmente così facendo fa impazzire giovincelli della sua età. Ginetta, spinta dal desiderio di avventura, decide di studiare ogni dettaglio della casa. Ad esempio nota dettagli minori come luci che a intermittenza, dolendo al buoi lasciano brillii ineffabili. Una tenda ballonzola lentamente come se fosse sottoposta all’azione di correnti lente sommessse festeggiate da paciera gossamer courant douce.
Condivide le sue scoperte con Carla, un’amica più timorosa e razionale, e Rinaldo, un ragazzo vivace e appassionato di storie di misteri. Insieme formano una piccola squadra investigativa che decide di andare a fondo nella vicenda. Intervistano degli anziani vicini di casa che fanno dei racconti a pezzi su una tragedia avvenuta tanto tempo prima: vissuta in un villino c’era una giovane donna aristocratica che si chiamava Anita, bella e raffinata, rimasta sola dopo una delusione d’amore. Dopo la morte dei genitori Anita aveva deciso di chiudersi nella casa e non vedere più nessuno: con il tempo scomparve dalla vista di tutti e si sparse la voce che fosse morta o trasformata in un fantasma.
Ma i bambini non si accontentano delle leggende; vogliono la verità. Introducono quindi uno studio sistematico della propria realtà attraverso l’osservazione diretta decidendo così a entrare nel giardino del villino avanzando pian piano verso la casa. Grazie ad alcune esplorazioni notturne segrete riescono a capire che la casa non è affatto abbandonata. All’interno vive ancora qualcuno… ma non è certo un fantasma.
Con stupore e timore, scoprono che la signorina Anita è ancora viva. È un’anziana donna, molto riservata, che ha continuato a vivere sola nella casa, lontana dal mondo. Non è cattiva né pazza: semplicemente ha scelto di isolarsi, portando con sé i dolori e i ricordi del passato. Non aveva intenzione di spaventare nessuno, ma non voleva essere trovata. I rumori e le luci che si vedevano erano i piccoli gesti della sua vita solitaria: camminare di notte, leggere, parlare da sola con le ombre del tempo.
Questa rivelazione cambia tutto. Ginetta e i suoi amici capiscono che i veri fantasmi non sono sempre spiriti, ma spesso sono persone vive, ferite dalla vita, intrappolate nei loro ricordi. Ginetta, con la sua sensibilità, riesce pian piano ad avvicinare la signorina Anita, parlandole con dolcezza, ascoltando la sua storia, e offrendo, per la prima volta dopo tanti anni, un po’ di calore umano.
Alla fine del libro, il villino non è più solo il luogo del mistero, ma diventa un luogo di memoria e di affetto. I bambini hanno imparato che dietro ogni paura si nasconde una storia, e che anche le persone più chiuse hanno bisogno di essere viste, comprese, e, a volte, semplicemente… ascoltate.