AUTORE- Angela Nanetti
TITOLO- Rosaroserose
CASA EDITRICE- Einaudi
GENERE- Romanzi
TRAMA
Il romanzo Rosaroserose narra di Rosa, una giovane di un piccolo paese, integrata in una famiglia modesta, ma calorosa. Il titolo suscita l’attenzione sin da subito alla parte centrale della storia ossia le rose, non semplice fiore, ma un’emblema della vita con la loro bellezza e spine, i petali delicati e la robustezza del fusto che affronta e resiste alle intemperie.
Rosa è una protagonista sensibile, riflessiva, e attraverso i suoi occhi il lettore osserva le piccole grandi avventure della vita quotidiana. Non ci sono eroi o eventi straordinari, ma persone vere, emozioni autentiche, momenti che ciascuno può riconoscere nella propria esperienza. La sua crescita avviene un passo alla volta, attraverso esperienze comuni: i rapporti con la famiglia, le amicizie, i primi turbamenti dell’adolescenza.
Un ruolo centrale è affidato alla nonna, figura affettuosa e al tempo stesso saggia, che rappresenta la memoria e le radici della famiglia. Con lei Rosa trascorre molto tempo, ascolta storie di un passato che sembra lontanissimo, fatto di sacrifici e di valori semplici, ma che per la ragazza diventano preziosi insegnamenti. È proprio accanto alla nonna che Rosa comprende che la vita non è fatta solo di presente, ma anche di tutto ciò che ci precede, e che i legami tra generazioni sono fondamentali per non sentirsi persi. Le rose del giardino della nonna diventano così un’immagine ricorrente e simbolica: ogni rosa rappresenta una persona, una storia, un’emozione.
Parallelamente, Rosa si trova immersa nelle difficoltà tipiche della sua età: il bisogno di sentirsi accettata, i primi contrasti con i genitori, la ricerca di un proprio spazio. Con gli amici vive momenti di spensieratezza ma anche incomprensioni, perché crescere significa anche imparare a gestire la diversità, la gelosia, la paura di essere esclusi. Ci sono episodi di quotidianità che però assumono un valore universale: un litigio che insegna il significato del perdono, una confidenza che rafforza un legame, una delusione che diventa occasione di maturità.
Il romanzo scorre come un diario emotivo, fatto di scene apparentemente semplici ma ricche di significato. Ad esempio, un pomeriggio trascorso in silenzio accanto alla nonna diventa un momento di rivelazione: Rosa osserva i gesti lenti della donna, i fiori che cura con attenzione, e capisce che anche le cose più piccole hanno un valore se guardate con amore. Oppure un incontro con un’amica mette in luce la paura di cambiare e al tempo stesso la necessità di farlo per crescere.
Man mano che la trama procede, Rosa impara a vedere la vita non come una strada già tracciata, ma come un giardino da coltivare. Ogni esperienza, anche quella dolorosa, diventa come una spina: pungente, fastidiosa, ma parte integrante della bellezza complessiva della rosa. Attraverso questo percorso, la protagonista prende coscienza di sé, accetta le proprie fragilità e inizia a trasformarle in punti di forza.
Il finale non è segnato da un evento clamoroso, ma da una consapevolezza nuova: Rosa comprende che il crescere non significa solo cambiare, ma anche imparare a custodire dentro di sé ciò che ha ricevuto, per portarlo avanti nel futuro. Le rose, simbolo onnipresente, non sono più soltanto fiori, ma diventano l’immagine della vita che continua, che fiorisce e si rinnova nonostante le difficoltà.
Scritto troppo bene. Chi ti ha aiutato?
Ciaooo!
Adoro la tua recensione la trovo pazzesca!
Penso che leggerò questo libro (anche se non è del mio genere) perché la trama mi ispira molto e mi da molte aspettative per questo libro…
Magnifico!